Il popolo che camminava nelle tenebre 
vide una grande luce (Is 9,1)
Avvento 2020

Sorelle e Fratelli carissimi,
scusate l’intromissione in questo periodo di paure, di ansie, di incertezze causate dal Covid 19.
Mi sembra di violare la vostra privacy cercando di bussare alla porta del vostro cuore per  ridirvi che non siamo soli, perché nel cammino è nostra guida sicura, la Stella che non conosce tramonto: Cristo Signore, che continua a dirci: «Non abbiate paura».
Gesù difende la nostra vita, cammina con noi; il suo passo non è incerto e noi in Lui vediamo la luce: «Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).
Il Natale dei cristiani è ogni giorno quando ci facciamo illuminare da Lui nella sua Parola, nella Eucaristia: pane di vita, pane spezzato per noi e per tutti, nelle persone che ci stanno accanto. Egli cammina con noi, proprio come fece con i discepoli di Emmaus.  
Se Lui è con noi, chi sarà contro di noi?
In questo periodo buio il Natale è ancor più luce, è portatore di pace e di speranza per tutti, è la risposta di senso per coloro che camminano nel buio del non senso. «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9,1).
Quante tenebre attanagliano il nostro quotidiano, quante espressioni di chiusure miopi verso l’altro! Gesù è venuto e viene perché tutti abbiano vita e l’abbiano in abbondanza (cfr. Gv 10,10).
Viene, sta accanto, ci parla, si dona nel pane eucaristico, si presenta nel volto di chi ci chiede attenzione e desidera che noi lo imitiamo lì dove la carità ci chiede di essere dono «alla persona bisognosa di aiuto, senza guardare se fa parte della propria cerchia di appartenenza» (Francesco, Fratelli Tutti, n. 81).
Venendo sulla terra Gesù si è fatto prossimo di tutti e oggi chiede a noi di fare altrettanto. Con la sua venuta la dignità di ogni persona trascende il quotidiano elevandolo all’Infinito. Dalla venuta di Cristo sulla terra la nostra esistenza ha l’ampiezza del cuore di Dio e quindi è aperta a tutti, soprattutto ai piccoli della società.
Proprio per questo Lui, il Creatore, si è fatto piccolo, allora e oggi, pane spezzato per tutti. Dio ha varcato i limiti della divinità sposando l’umanità fino al dono totale di sé sulla croce.
Il Natale allora ci chiede di intraprendere il cammino dell’ Avvento, come singoli e come comunità accompagnati dalla luce della fede, con la Parola, il Pane eucaristico, la carità che illuminano il cuore ed il volto rendendoci costruttori di società a misura di uomo e di Dio. Chi ci aiuterà? La Chiesa attraverso il dono della Parola.
Sentiamo il bisogno di vivere il Natale del Signore? Accostiamoci alla Parola offertaci in questo tempo di Avvento, specialmente nelle domeniche.
Partecipiamo alla Lectio divina, il venerdì alle ore 19.00. Essa ci offre l’opportunità, e potrei dire la grazia, di stare meravigliati, davanti alla presenza del Verbo che ci offre la luce per rivedere la nostra vita e la vita della società accompagnata, anche in questi giorni di criticità determinata dalla pandemia.
La bellezza del Natale è nel guardarci dentro vedendoci amati da Colui che ha squarciato i cieli ed è vento sulla terra per offrici non qualcosa, ma Lui stesso, per illuminare e dare senso ai nostri giorni, alle nostre fatiche e speranze, alle tante nostre povertà. Da qui emerge l’importanza della preghiera accorata, personale e comunitaria.
Allora gridiamo a Lui, con la Chiesa sparsa nel mondo, nei giorni della prima settimana: «Signore, fa’risplendere il tuo volto e noi saremo salvi» (dal salmo responsoriale).  «Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza» (dal salmo responsoriale) durante la seconda settimana. Cantiamo insieme alla Madonna, nella terza settimana: «La mia anima esulta nel mio Dio», e «Canterò per sempre l’amore del Signore» (dal salmo responsoriale) nella quarta settimana.
La preghiera del cuore diventa unione con Lui, con tutta la Chiesa, con la nostra famiglia, con la nostra parrocchia, con ogni fratello e sorella bisognosi di illuminazione, di forza interiore esprimendo una fraternità che si trasforma in dono di se stessi, soprattutto nei  confronti di coloro che sono in difficoltà. Così la carità che «copre una moltitudine di peccati» diviene il segno concreto dell’accoglimento di Colui che è venuto in mezzo a noi per donarci pace, speranza e amore. 
Un Avvento allora all’insegna della speranza. La certezza della presenza del Signore che illumina la nostra storia ci fa mettere in cammino verso la luce del Natale.
Il presepe che farete in casa sarà ancora più bello se la sua luce esprimerà la bellezza di cuori  illuminati e riscaldati da Lui e desiderosi di andare, come i pastori di Betlemme, lì dove Gesù si rende presente oggi per pregarlo, contemplarlo, curarlo, ascoltarlo, adorarlo, servirlo. 

Buon cammino

Don Pierino