Coronavirus
tra paure e speranze

In questo periodo pubblicheremo alcune riflessioni e preghiere fatte da nostri amici durante i primi tempi della Pandemia per condividere paure e speranze e con l’auspicio che anche altri possano offrire il loro contributo inviando a:  info@parrocchiasanlazzarolecce.it

____________________________________________________________________________________________

Come può un virus così piccolo mettere in ginocchio l’intera umanità?Eppure così è stato.
Ciascuno di noi ha vissuto la situazione in maniera diversa,  a seconda del suo carattere, della sua storia personale, della capacità di affrontare la situazione: per forma mentis, per sensibilità, per religiosità …Nella nostra famiglia abbiamo cercato di affrontare tutto con serenità, anche se, le reazioni sono state diverse.
Gigi, per insegnamenti avuti e per l’esperienza personale,  avendo convissuto con la sofferenza della disabilità della sorella, la malattia e la sofferenza del padre, degli zii e degli amici ha affrontato questo periodo con uno stato d’animo più corazzato. Io ho avuto maggiori difficoltà. Ho lasciato trasparire una iniziale,ma solo apparente, serenità.Ho  rispettato  le regole imposte nella speranza che tutto finisse il prima possibile.Ma poi, l’impossibilità di andare a trovare e abbracciare  i miei affetti più  cari, la lontananza dalla parrocchia e dalla Eucaristia, la sofferenza per questa privazione di libertà, hanno preso il sopravvento .Mi sono rifugiata nella preghiera, nella lettura, nella musica. In questa fase i social e la tecnologia in generale sono stati di grande utilità per parlare e confrontarsi a distanza. Tutto questo mi ha aiutato tanto.
Anna

Le ragazze hanno affrontato meglio la situazione.
“La  situazione inizialmente sembrava surreale, possibile solo in un film e mai nella vita reale; a distanza di due mesi è diventata la normalità, e sembra quasi strano pensare a tutto quello che si faceva prima.
La quarantena oltre ad evitare l’aumento dei contagi secondo me ha anche aiutato l’ambiente, basta solo pensare che le acque del Po  sono  tornate quasi azzurre, come anche quelle di Venezia dove adesso si vedono persino  i pesci che nuotano, oppure ai vari animali che girano liberi all’interno di metropoli e, finalmente le immagini satellitari mostrano i cieli  delle città quasi ripuliti dallo smog. Restare a casa, nonostante   l’abitudine, non è facile, però avendo più tempo a disposizione si possono scoprire o riscoprire interessi o talenti ai quali non si riusciva a dedicare tempo, come la scrittura o il disegno, o si possono anche riuscire a vedere dei film o serie tv. Si percepisce anche la distanza degli amici che in parte può essere sopperita dalle videochiamate su whatsapp o instagram, nelle quali oltre a parlare ci si può divertire anche facendo dei giochi, però non è la stessa cosa poiché si percepisce il bisogno del contatto fisico.”        

Giulia

Abbiamo cercato di far comprendere loro ciò che stava accadendo senza però terrorizzarle, ma rassicurandole che presto tutto si sarebbe risolto. Comunque è stata un’esperienza che le ha fatte maturare tanto.

“Quello che pesa di più  ora è  la ripresa gravata dall’obbligo di usare le mascherine e le distanze da tenere .Oggi stiamo pian piano riprendendo le nostre abitudini,  con la speranza che tutto questo rimanga solo un ricordo. La pandemia ha   lasciato sicuramente un segno nella nostra vita , è importante che ciascuno di noi possa imparare da questa esperienza diversa dalle altre e dare il meglio di sé nella vita futura.”
Irene e Sofia

 “E’  passato il tempo della vita ristretta negli spazi domestici, circondati dai nostri cari. Ora tutto è un ricordo: le paure, le ansie, le preoccupazioni, la mestizia, le angosce, i mancati commiati, i cori dai balconi, gli inni, le candele, le preghiere del Papa, le conversazioni in videochiamata. Pian piano ritorna tutta la normalità. Speriamo che non  venga  accantonata la solidarietà.”
Gigi