IL SIGNORE E’ RISORTO ALLELUIA

“La morte è forte, ma la vita è più forte;
più forte del buio,  è la luce;
più forte del male, è la giustizia” ( Phillips Brooks)

Carissimi, la luce del Risorto ha vinto le tenebre perché l’Amore è entrato nelle profondità del buio e ha offerto la speranza. La morte è forte, sì, ci annienta, ma la vita che il Risorto ha donato è più forte. Se Cristo è risorto tutti e tutto risorgerà, Lui è la primizia!
La morte ha il tempo del terreno mentre il tempo del Risorto ha lo spazio dell’eterno, della vita che è in Dio.
I discepoli del Risorto non sono immortali, vivono il tempo precario della storia, che è sotto la legge della morte, ma sono decisamente orientati verso la luce, orientati perché nel tempo sono spesso, purtroppo, contaminati dal virus più letale di quello di cui oggi abbiamo paura. E’ il virus del male, del peccato contro il fratello, dell’egoismo, del disinteresse, del miope vedere solo ciò che riteniamo utile a noi, anzi necessario. È il virus dell’avarizia, dell’accumulo, delle sicurezze del conto in banca, delle ingiustizie.
Quanto siamo strani in quanto ciò che è effimero lo consideriamo  motivo del vivere e abbiamo paura che queste sicurezze svaniscano. Non si dichiara in questo modo la morte come legge del vivere? Siamo sì costantemente sotto la legge della morte!
Un virus ha distrutto tante nostre sicurezze. Ha messo in crisi il nostro quotidiano, il lavoro di tanti, la difficoltà delle comuni relazioni, ha aumentato le paure, ma forse ci ha dato l’opportunità di guardare la vita e vederla preziosa, non contaminata da miopi progetti; una preziosità che va oltre l’effimero e veloce tempo; una preziosità che scaturisce dalla certezza, per noi discepoli, in Colui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita, non più soggetta alla morte. Addirittura è la vita che è in Dio, ed è l’amore. “Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio, chi non ama non ha conosciuto Dio perché Dio è amore” (1 Gv 4,7-8).
Solo l’amore vince la morte. “Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato…” (1 Cor 15,55). L’opposto dell’amore è stato crocifisso, misteriosamente, in Lui.
Il Risorto ha vinto il buio esistenziale che abita in tanti cuori, in tante case, in tanti luoghi di lavoro, in tanti costruttori di mafie, di violenze, di intrighi di potere; in tanti luoghi di pensiero dove si disegna la vita dei singoli, delle famiglie,dei popoli; nei vari luoghi dove si educano i giovani, i ragazzi; nei tanti ambiti dove il dio denaro erge muraglie di separazione tra ricchi e poveri e dove la morte è quasi chiamata a testimoniare le ingiustizie. Se non ci convertiamo all’Amato risorto dominerà sempre più la morte che sconfesserebbe, nella nostra vita, la vittoria del Cristo sulla morte.

Miei cari, la Pasqua di risurrezione non è un giorno, ma è ogni giorno. Noi, suoi discepoli, siamo rivestiti della sua stessa luce: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un Monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti  quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,14-16).
Siamo i cantori dell’amore che ha vinto la morte perché uniti a Lui nella fede, nel dono, nell’abbandono e quindi nella speranza di contribuire nella costruzione della storia, secondo la sua logica. La Pasqua dei cristiani è, nel nostro tempo, anticipazione  dello splendore della luce gloriosa nella quale vivremo: saremo in Dio e Dio sarà tutto in tutti. (cfr. 1 Cor 15,28).
Intanto camminiamo nella luce, scommettiamo sulla vita, entriamo e rimaniamo nel mistero dell’amore che ha vinto ogni nostra morte. Noi, suoi discepoli, non dobbiamo appesantirci in una ricerca dell’effimero, affannati dal domani incerto; siamo i ricercatori della energia che il Risorto ha dato all’umanità e nello stesso tempo siamo i cantori della vita, della vittoria del bene sul male, del perdono sull’odio, della luce sulle tenebre.
Siamo gli annunciatori, i cantori della melodia che è sprigionata dal Suo cuore trafitto e che ha fatto gridare a Tommaso confuso, ma gioioso: “Signore mio e Dio mio” (Gv 20,28). Siamo gli adoratori affascinati che si prostrano in adorazione amorosa a Gesù, come Maria Maddalena nel giorno di Pasqua, nel giardino della tomba vuota del non senso, della paura, della tristezza, ma della speranza e diciamo con lei” Rabbunì!”, che significa: Maestro!. Siamo spesso i discepoli impauriti che nel mare burrascoso della vita gridiamo, come e insieme a Pietro: “Signore, non ti importa che moriamo?” (Mc 4,38). Rimproverati, come uomini di poca fede, siamo spettatori ammaliati dalle sue parole rivolte al mare e al male: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia” (Mc 4.39). Siamo gli scettici discepoli di Emmaus, tristi e senza speranza: “ Noi speravamo che  egli fosse colui  che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute… “( Lc 24,21), che sentono battere forte il cuore mentre, camminando con loro, il Risorto spiegava le Scritture.
Si, siamo tutto questo e tuttavia con grande fiducia veniamo mandati da Lui: “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura ”( Mc 16,15); fate la storia con me, perdonatevi, amate, servite. Siete compagni di viaggio di coloro che incontrate smarriti, forse disperati, bisognosi del pane della Parola, del mio Corpo, della fraternità offerta. Condividete insieme a me gioie e dolori, fatiche e speranze. Siate donne e uomini innamorati, pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in voi. Camminate con me. “Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt,28,20).
Questo, carissimi tutti, è il mio fraterno augurio e  speriamo  sia il nostro quotidiano impegno.
Il Signore è risorto. Alleluia!

Buona Pasqua
Don Pierino