Vangelo in briciole
19 gennaio 2020

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,19-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Giovanni Battista, con questo mirabile scritto, nella sua veste di Precursore che annuncia la venuta del Messia (Isaia 40,3), e che agisce come un profeta investito da Dio di una missione, testimonia la certezza della scoperta del Figlio di Dio. Scoperta concretizzata con la visione dello Spirito che discende dal cielo, sotto forma di colomba, per fermarsi su Gesù, Figlio di Dio che, nato dopo Giovanni, era prima di Giovanni (Egli era, è e viene). Giovanni identifica poi Gesù nell’Agnello – o Agnello pasquale – come figura sacrificale dal cui sacrificio e dal cui sangue sarebbe derivata la liberazione del popolo dai peccati. Lo stesso riferisce, a conferma, che Gesù fu messo a morte la vigilia della festa della Pasqua proprio nell’ora in cui nel tempio si immolavano gli agnelli. Quindi, in definitiva, evocando l’Agnello, sostiene che il suo sacrificio, simboleggia l’affrancazione del popolo di Dio ad opera dello stesso Gesù che porta agli uomini la liberazione e il perdono. Il sacrificio di Gesù, ovvero la sua morte redentrice, non è altro che la distruzione del peccato sin dalla radice ed è visto da S. Giovanni come la consacrazione della figura  del redentore con la consumazione, il compimento e la pienezza del suo battesimo che si concretizza con il ricevimento e il dare “senza misura” dello Spirito Santo. Ancora, dallo scritto del Battista, si rinviene un collegamento con il Vangelo di domenica scorsa  (Battesimo di Gesù) laddove, inizialmente, lo stesso Giovanni non voleva battezzare Gesù in quanto lo aveva solo visto nella folla ma non lo conosceva e non vedeva in lui alcuna figura carismatica. Scetticismo crollato subito dopo aver intuito, anche su suggerimento di Dio, di essere in presenza di un essere superiore il che lo ha portato a vederLo e quindi a credere in Lui senza alcun dubbio riconoscendo, nel suo procedere a tappe nella fede e nella conoscenza del Cristo, il Messia sofferente, il santificatore e il  Figlio di Dio.

Raimondo Renza