Vangelo in briciole
21 luglio 2019

XVI DOMENICA T.O.

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

La logica del cristiano è il desiderio, quello vero, quello in relazione, quello che nutre passione per l’esistente! Quante volte, cerchiamo con sforzo, disciplina, ritualità, gestione, di accomodare al meglio Gesù nella nostra vita personale. Puntualità di impegno, preghiera, precetti, affinché quest’ospite speciale riceva sempre più il meglio da noi, in un crescendo che soddisfa il cuore.
E il desiderio? La libertà di godere lo stare con il nostro ospite? Gesù non chiede esibizioni del nostro profilo migliore di cristiani, ma desiderio di incontri consumati in intimità, dove a presenziare è il cuore a tu per tu con il Suo.
L’amore precede sì ogni incontro, come Marta che per accogliere Gesù ha dovuto davvero stimarlo tanto, ma l’amore accompagna, come Maria che sceglie di ritrovarsi con Lui. Tutto ha inizio con il ritorno al cuore, all’essenza, all’amore vissuto.
Un cuore che ascolta, là dove non conta il fare, ma dove ti riscopri, attimo per attimo, vivo e vitale tanto quanto il tuo desiderio. E’ il desiderio lo spazio vitale dell’incontro di un cuore appassionato di Dio che non avanza nell’amore a Lui per colpi di volontà o di obblighi e divieti, ma per attrazione, seduzione, intimità vissuta con consapevolezza vera. Ogni tanto bisognerebbe fermarsi sull’uscio del proprio cuore e chiedersi: “Per chi sto camminando? Cosa sto cercando? Cosa cerco dietro la mia diligenza spirituale, la mia religiosità, la mia moralità? Cerco teologia? Cerco davvero l’amante, l’insuperabile in amore, quello che fa felice il cuore, Cristo, il bello, il libero?
Il Catechismo della Chiesa cattolica, al numero 2560 afferma: “Deus sitit sitiri! (Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui)”. Gesù entra nella casa di ognuno, nella dimensione personale di chiunque voglia accoglierlo, ma non lasciamolo in casa nostra a morire di noia. Egli entra offrendosi come desiderabile per essere afferrato, gustato dal nostro amore pulsante di desiderio. Ascolta il tuo cuore! Ha sete! Dona Cristo ad ogni suo pulsare nella frenesia delle tue azioni e ogni movimento del tuo essere nel mondo acquisterà nuovo vigore, eterno, costante.

Simona Abate